Al 1° gennaio 2018 in Italia sono più di 5 milioni i cittadini stranieri residenti, pari all'8,5% della popolazione, con un incremento di 100 mila persone rispetto all'anno precedente. Tra le comunità più numerose vi sono i romeni, gli albanesi, i marocchini, i cinesi e gli ucraini. Per quanto concerne i dati relativi al mercato del lavoro, la variazione rilevata tra il 2017 e il 2018 fa emergere che, a fronte di un incremento di 160 mila occupati italiani (0,8%), corrisponde un altrettanto aumento di lavoratori stranieri di 5.716 unità. Si contrae del 3,5% il numero di stranieri extracomunitari in cerca di lavoro, parimenti alla diminuzione nell'arco di un anno degli stranieri inattivi extra UE. Relativamente al tasso di occupazione di riferimento, esso si attesta al 63,5% per i comunitari, e al 60,1% per gli extracomunitari. La disoccupazione si attesta, rispettivamente al 13,5% e al 14,3%. Dal punto di vista dei settori economici maggiormente coinvolti, l'incidenza percentuale degli occupati è pari al 10,6% con differenze settoriali che oscillano dal 36,6% nei servizi collettivi e personali, fino al 17,9% negli alberghi e ristoranti, al 17,9% nell'agricoltura e al 17,2% nelle costruzioni. Quasi il 90% dei lavoratori stranieri svolge un lavoro alle dipendenze e poco meno dell’80% ricopre la posizione di operaio. Dai dati emersi dal sistema delle Comunicazioni obbligatorie si registrano nel 2018 un volume di attivazioni pari a più di 2,2 milioni di cittadini stranieri. Relativamente alle politiche passive del lavoro, i dati INPS relativi al numero di cittadini non comunitari che godono di strumenti di sostegno al reddito fanno emergere la diminuzione dei percettori di indennità di mobilità, a fronte dell'incremento dei beneficiari di integrazione salariale ordinaria.