La pandemia da COVID-19 ha inciso profondamente sul contesto umano, sociale ed economico del nostro Paese, con la diffusione del virus che ha investito tutta l'economia globale. A livello generale, le politiche monetarie hanno evitato che la crisi si tramutasse in una crisi finanziaria, garantendo la liquidità sui mercati e favorendo il credito attraverso diverse iniziative tra cui programmi di acquisto di titoli, adottati per la prima volta anche dalle banche centrali di alcune economie emergenti. Le politiche di bilancio hanno svolto un ruolo cruciale nel sostenere i redditi delle famiglie e delle imprese, soprattutto nei paesi avanzati, scongiurando che si innescasse un ampliamento della crisi. In uno scenario europeo, dove il PIL dell'Eurozona ha registrato la più pesante contrazione dall'avvio dell'Unione monetaria, quello italiano crollato come mai prima dalla fine della seconda guerra mondiale (-8,9%). La contrazione dell'indicatore è stata eterogenea, con un più rapido recupero nell'industria e un andamento nei servizi che si è nuovamente indebolito negli ultimi mesi del 2020. Le ricadute sul mercato del lavoro sono state pesanti, ma il ricorso agli ammortizzatori sociali esistenti e a quelli straordinari introdotti durante la crisi ha contribuito ad attenuarle in misura sostanziale. Alla forte contrazione delle ore lavorate ha corrisposto una riduzione molto più moderata del numero di occupati, con la perdita occupazionale è stata concentrata tra i lavoratori autonomi e tra quelli con contratto a termine, specie nei servizi, penalizzando in particolare giovani e donne. La riduzione del reddito disponibile causata dall'emergenza sanitaria è stata quindi ampia e assai eterogenea tra le famiglie. La flessione tuttavia è stata nel complesso molto minore di quella del PIL, grazie agli interventi di sostegno, in larga parte introdotti in via straordinaria e temporanea; questi hanno anche contribuito a contrastare l'aumento della disuguaglianza della distribuzione del reddito da lavoro, che altrimenti sarebbe stato significativamente maggiore di quello osservato nell'intero arco delle due precedenti recessioni, tra il 2009 e il 2014.