La banca dati documentale sul lavoro
Ricerca semplice Ricerca avanzata Ricerca incrociata
Rapporto annuale ISTAT 2022. La situazione del Paese

Dopo lo shock della pandemia da COVID-19, con oltre 16 milioni di contagi dal 2020 e con una caduta del PIL senza precedenti, la ripresa è stata rapida e robusta: anche grazie al miglioramento delle condizioni sanitarie il Paese si avviava a rivivere gradualmente la propria normalità. Tuttavia, se già nella seconda parte del 2021 si erano manifestati alcuni deboli segnali di tensione per l'economia, con l'invasione dell’Ucraina da parte della Russia si sono creati nuovi e importanti ostacoli e sono emersi numerosi elementi di incertezza sia per le imprese, sia per i cittadini. Il quadro macroeconomico dell'Italia, alla metà del 2022, resta così caratterizzato da una situazione moderatamente positiva: tra la metà del 2020 e l'inizio di quest’anno, l'economia del nostro Paese ha recuperato la caduta del PIL. Nel 2021 è cresciuta più della media dell'area euro (6,6%), dopo aver subito nel 2020 una caduta maggiore. Tuttavia, nel primo trimestre del 2022 la crescita congiunturale del si è quasi azzerata, anche per via dell'incremento del costo delle materie prime (specie quelle energetiche), con conseguente crescita dell'inflazione. Per quanto concerne l'andamento dei settori produttivi, l'iniziale ripresa post-pandemica non è stata uniforme: nell'industria l'attività è ampiamente sopra i livelli precedenti la crisi, ed è risultata molto dinamica anche in comparazione con le altre maggiori economie europee. Nei servizi, invece, la situazione è fortemente diversificata, in ragione dell'impatto delle misure di contenimento dei rischi di contagio che, fino a pochi mesi fa, hanno limitato alcune attività. Per quanto concerne il mercato del lavoro, l'Italia si posiziona tra i paesi UE dove più marcata è stata la riduzione degli occupati tra il 2019 e il 2020, con l'ulteriore aumento del divario del nostro Paese rispetto alla media europea su tutti i principali indicatori di riferimento. La crescita dell'occupazione, anche se meno ampia rispetto ad altri Paesi membri, ha permesso di recuperare, in termini di numero di occupati, i livelli pre-crisi, con la contestuale riduzione della disoccupazione e dell'inattività. Giovani e donne sono stati comunque particolarmente colpiti dagli effetti recessivi, con l'Italia e la Spagna che si sono distinti per le perdite più marcate. Sono poi emerse particolari disuguaglianze nelle forme lavorative, con l'occupazione a tempo indeterminato in diminuzione. Diminuisce poi il lavoro indipendente, per effetto del calo degli imprenditori, dei lavoratori in proprio e dei collaboratori. Quasi 5 milioni di occupati, un quinto del totale, nel 2021, sono non-standard, cioè a tempo determinato, collaboratori o in part-time involontario; tra questi, più di 800 mila sono sia a tempo determinato, sia in part-time involontario, cumulando così le due criticità. Ciò ha comportato al peggioramento della qualità complessiva dell'occupazione, comportando anche livelli retributivi mediamente più bassi.

Apri: Rapporto annuale ISTAT 2022. La situazione del Paese  pdf 11 MB

Soggetto emanante: ISTAT
Autore:
Data:
Tipologia: Rapporti annuali
Parole chiave: crescita economica   tipologie contrattuali   lavoro autonomo   lavoro subordinato   crisi economica   donne   differenziali retributivi   giovani   statistica del lavoro   occupazione  

Documenti correlati
Rapporto annuale ISTAT 2018. La situazione del Paese
Rapporto annuale ISTAT 2019. La situazione del Paese
Rapporto annuale ISTAT 2020. La situazione del Paese
Rapporto annuale ISTAT 2021. La situazione del Paese
La povertà in Italia. Anno 2021
Le prospettive per l'economia italiana nel 2022-2023

Nella rete
ISTAT
SISTAN
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali