L'evoluzione dei rapporti di lavoro alle dipendenze evidenzia un fase di stallo nei primi due mesi del 2021: il saldo tra le posizioni attivate e quelle giunte al termine è rimasto all'incirca sugli stessi livelli del 2020, immediatamente prima dello scoppio della pandemia. Questa ha infatti rallentato la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato: per questa tipologia di contratto le attivazioni nette cumulate sui dodici mesi, sono però rimaste positive e pari a 259 mila. Su tale tendenza hanno inciso il blocco dei licenziamenti e la dinamica delle trasformazioni registrate alla fine dello scorso anno, sostenute dagli incentivi introdotti dal DL n. 104/20. Per quanto concerne l'analisi di genere, le posizioni lavorative occupate da donne sono risultate 76 mila in meno rispetto a un anno prima; quelle occupate da uomini sono superiori di 44 unità. Si tratta di un divario che può dipendere da molteplici condizioni tra cui l'eterogeneità dell'evoluzione della domanda di lavoro, più sfavorevole nei comparti dove la presenza femminile risulta più diffusa, e dell'offerta di lavoro. A livello settoriale, al termine del mese di febbraio 2021 il numero di posizioni di lavoro nell'industria è risultato superiore di circa 70 mila unità rispetto all'anno precedente: la crescita è quasi esclusivalmente imputabile al settore delle costruzioni, a fronte di un sostanziale ristagno nella manifattura e negli altri comparti industriali.