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Occupazione e sviluppo sociale in Europa. Rapporto annuale 2021

"Employment and Social Developments in Europe. Annual review 2021". Alla fine del mese di giugno 2021 la pandemia da COVID-19, oltre ad avere causato gravissime conseguenze sanitarie, ha avuto un impatto senza precedenti sull'economia, sul mercato del lavoro e sulla società in Europa. Nonostante un forte calo del PIL nel 2020, le misure globali di politica pubblica adottate a livello nazionale e dell'UE hanno contribuito ad attutire le conseguenze socio-economiche: nel complesso l'incremento della disoccupazione nel 2020 è stata inferiore a quello osservato durante la crisi finanziaria ed economica del 2008, grazie anche alle misure di sostegno che hanno mitigato, in parte, gli effetti. I Paesi membri hanno infatti attuato un'ampia gamma di misure di tutela dei posti di lavoro, tra cui gli schemi di orario ridotto e gli ammortizzatori sociali, a sostegno di circa 32 milioni di europei. A questi si aggiungono gli strumenti innovativi dell'UE come il Supporto temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza (SURE), che ha aiutato i Paesi membri a contenere l'aumento della disoccupazione. Con un impatto "asimmetrico" della pandemia sui mercati del lavoro nazionali, il rapporto evidenzia quindi una serie di risultanze. In primo luogo, l'incremento nei posti di lavoro fungibili da casa o con ridotta interazione sociale; in altri settori maggiormente esposti, quali ad esempio il turismo e la ristorazione, l'occupazione è diminuita in modo marcato. L'impatto geografico della crisi COVID-19 è stato poi irregolare e potrebbe ampliare le disuguaglianze regionali che esistevano già prima della pandemia. La disoccupazione è stata cinque volte maggiore nelle aree rurali rispetto alle città, con le Regioni mediterranee tra le più colpite dalla perdita di posti di lavoro. I territori dimostrati più resilienti allo shock pandemico hanno mostrato aspetti comuni, quali un'elevata produttività, un alto livello di popolazione qualificata, grandi investimenti in ricerca e sviluppo, istituzioni pubbliche locali di qualità e solide infrastrutture digitali. Nel complesso, i mercati del lavoro performanti si sono rivelati più protetti contro la recessione economica. Il calo del tasso di occupazione nell'UE è stato leggermente superiore per gli uomini che per le donne. Tuttavia, l'effetto della crisi sulle disuguaglianze di genere è dipeso da varie dimensioni, evidenziando anche fenomeni discriminatori meno recenti. Le donne hanno infine subito un calo dell'orario di lavoro più marcato rispetto agli uomini nel secondo trimestre del 2020 poiché alcuni settori caratterizzati da un'elevata occupazione femminile sono stati fortemente colpiti dalle misure restrittive imposte.

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Soggetto emanante: Commissione europea
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Tipologia: Rapporti annuali
Parole chiave: ammortizzatori sociali   inclusione sociale   economia   discriminazioni   donne   politiche di contrasto alla crisi   politiche attive del lavoro   politiche passive del lavoro   mercato del lavoro   occupazione   disoccupazione  

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