Con l'avvio del Programma GOL, i Servizi per l'impiego sono stati oggetto di un nuovo inquadramento giuridico, che ha visto l'abbandono del processo di servizio basato su un approccio indifferenziato in favore, sulla base di specifici percorsi, di un approccio per target e combinazioni di prestazioni specifiche. Nel 2022 le sedi principali dei CPI attivi in Italia sono 540 (a cui si aggiungono 240 sedi secondarie di varia natura), distribuite per il 41,3% nelle Regioni del Mezzogiorno (223 sedi) e per il restante 58,7% nelle aree geografiche del Centro Nord, con valori compresi tra il 17,4% del Centro (94 sedi) e il 21,1% del Nord Est (114 sedi). Nel biennio 2021-2022 gli individui presi in carico per regione sono stati poco più di 3,3 milioni, il 48,2% dei quali nel 2021 (oltre 1,6 milioni) e il 51,8% nel 2022 (oltre 1,7 milioni). Attraverso le principali evidenze provenienti da diverse basi di dati, emergono alcune lacune in materia di adeguatezza rispetto ai fabbisogni. Circa l'offerta funzionale, declinata in quindici aree (a loro volta articolate in servizi erogati), risulta una quota di attivazione prossima al 90% e un elevato numero medio di attività realizzate. Considerando poi il Programma GOL che prevede un ruolo di primo piano dei CPI nell'inserimento/reinserimento lavorativo dei beneficiari, a mano a mano che i servizi si fanno più complessi, l'ampiezza delle filiere di azioni attivate si accorcia. Permane inoltre una condizione generale di sottodimensionamento operativo e funzionale dei centri, dovuta in parte all’assenza di risorse adeguate e in parte all'impossibilità di poterle utilizzare efficacemente, dovendo destinarle alla gestione di altri servizi ordinari. Relativamente al rafforzamento dei CPI, previsto dalla normativa a partire dal 2019, alla data del 31 dicembre 2022 risultano assunti 4.340 nuovi operatori, pari al 37,6% degli 11.535 previsti; quattro regioni (Basilicata, Calabria, Molise, Sicilia) non hanno ancora registrato assunzioni, altre sette regioni registrano percentuali prossime o non troppo distanti dal valore nazionale, mentre ulteriori sette regioni presentano un'incidenza delle assunzioni superiori al 50% delle quote regioni previste dal Piano di potenziamento stesso.