Nel secondo trimestre del 2020, si registra un calo congiunturale delle attivazioni pari al 45,3%, complessivamente 1,7 milioni. Considerando anche le trasformazioni a tempo indeterminato, pari a 127 mila, il numero complessivo di attivazioni di contratti di lavoro raggiunge 1 milione e 869 mila, in calo del 44,5%. Il flusso risente delle conseguenze determinate dall'emergenza pandemica da COVID-19, soprattutto nel mese di aprile che registra 738 mila attivazioni, con una diminuzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pari al 68,9%. La riduzione tendenziale interessa soprattutto la componente femminile e, a livello territoriale, le Regioni del Centro. Le attivazioni dei contratti a tempo indeterminato determinano un flusso complessivo in ingresso verso il tale tipologia contrattuale pari a 389 mila, in calo di 218 mila attivazioni rispetto allo stesso periodo del 2019 (-35,9%), ma comunque superiore alle 325 mila cessazioni a tempo indeterminato. Per quanto concerne l'analisi per settore, il comparto alberghiero e della ristorazione risente in misura maggiore della crisi conseguente all’emergenza sanitaria, riportando l'impatto maggiore in termini di calo delle attivazioni, pari a -61,8%. Al contrario, costruzioni ed agricoltura presentano un andamento positivo, con una crescita rispettivamente del 10,8% e dell'1,5%. Nello stesso periodo si osserva un marcato calo delle attivazioni dei rapporti a termine, -45,7%, con una riduzione in valori assoluti pari a 1,1 milioni di rapporti di lavoro in meno. Anche l'apprendistato mostra un brusco arresto della fase di crescita, ininterrotta dal 2016, con una diminuzione tendenziale pari a -56,6%, la più elevata rispetto alle altre tipologie contrattuali. Relativamente alle cessazioni, nel periodo di rilevazione se ne registrano 1,8 milioni, con un significativo decremento, pari al 36,2%, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La dinamica tendenziale delle cessazioni registra variazioni di segno negativo in tutte le tipologie contrattuali: il decremento maggiore si registra nei contratti di apprendistato (- 50%), a fronte di una variazione pari a -36,3% per i rapporti di lavoro a tempo determinato, e pari a -35% quelli a tempo indeterminato, mentre si mantiene più contenuta la riduzione dei contratti di collaborazione (-24,3%).