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Mercato del lavoro e sviluppo salariale in Europa. Rapporto annuale 2021

"Labour Market and Wage Developments in Europe. Annual review 2021". Successivamente alla ripresa dopo la recessione del PIL nella prima metà del 2020, per via delle conseguenze della pandemia da COVID-19, l'economia dell'UE ha ripreso a mostrare criticità nell'ultimo trimestre dell'anno. Nel corso del 2021, grazie anche ai progressi della campagna vaccinale, l'allentamento delle misure restrittive ha consentito la ripresa della domanda interna e il miglioramento del mercato del lavoro. Gli effetti dell'emergenza sanitaria su quest'ultimo sono comunque stati mitigati, nonostante la contrazione occupazionale dell'1,5%, dalle misure coordinate adottate a livello europeo e nazionale, nello specifico gli orari a regime ridotto e gli ammortizzatori sociali. I maggiori incrementi della disoccupazione sono stati riscontrati in alcuni Paesi dove il blocco dei licenziamenti è stato limitato (Repubbliche Baltiche), dove gli schemi di tutela hanno riguardato un numero ridotto di lavoratori (Svezia), o in Paesi con un mercato del lavoro segmentato (Spagna). Nel secondo trimestre del 2020, il tasso di attività è sceso al 62,7%, mentre in Grecia, Francia, Italia e Polonia, il tasso di disoccupazione addirittura è diminuito, mentre in risposta al progressivo allentamento delle misure di contenimento, il tasso di attività si è portato al 64% nel terzo trimestre del 2020 ed è rimasto a costante per tutta la prima metà del 2021. Nel secondo trimestre del 2021 il tasso di disoccupazione è stato superiore al livello pre-pandemia in 14 Stati membri, in particolare Croazia, Estonia, Austria, Irlanda e Svezia, con un impatto particolarmente negativo in alcuni settori, tra cui il commercio, il manifatturiero, l'alberghiero e i trasporti. Dall'inizio della ripresa nel 2021, la carenza di manodopera è riemersa nei servizi e nell'elettronica. Ciò è generalmente dovuto al rapido aumento della domanda di lavoro innescato dalla repentina ripresa, mentre l'offerta di lavoro è diminuita, in parte a causa della preoccupazione dei lavoratori di tornare a occupazioni "in presenza", nonché alle perduranti restrizioni alla mobilità individuale. Le retribuzioni hanno poi hanno seguito un andamento che rispecchia quello delle ore lavorate in recessione e alla successiva ripresa. Nel secondo trimestre 2021, la retribuzione per dipendente è aumentata al 7%, riflettendo infatti il rimbalzo dalla recessione del 2020 e la graduale eliminazione dei regimi di lavoro ridotto. In tale scenario, molti Paesi membri hanno avviato la rifroma dei Servizi per il lavoro, con l'obiettivo di migliorare l'operatività e la resilienza di fronte alle crisi. Le misure hanno riguardato l'aumento delle risorse umane e la formazione del personale, in particolare su temi legati alla doppia transizione e all'economia circolare, la digitalizzazione dei processi, nonché la qualità dei servizi resi. Anche il coinvolgimento delle Agenzie private è stato intensificato.

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Soggetto emanante: Commissione europea
Autore:
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Tipologia: Rapporti annuali
Parole chiave: mercato del lavoro   retribuzioni   occupazione   politiche di contrasto alla crisi   politiche attive del lavoro   servizi per il lavoro   digitalizzazione   fasce deboli  

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