In uno scenario ancora profondamente influenzato dalle conseguenze della pandemia da COVID-19, che ha avuto drammatiche ripercussioni non solo in ambito sanitario, ma anche sul tessuto economico del Paese, emergono segnali di una ripresa consistente, pefino superiore alla media dell'Unione europea. La risposta coordinata dell'UE, attraverso il Next Generation EU e le principali riforme avviate nelle direzioni innovative indicate dal PNRR pongono le premesse affinché questi segnali di ripresa possano consolidarsi e produrre una crescita strutturale. Il mercato del lavoro vede accresciuto il numero di lavoratori potenziali che mostrano difficoltà ad inserirsi e registra ampie oscillazioni dell'attività economica e della domanda, provocando scarsità di manodopera in particolari settori, denineando anche diversi meccanismi di acquisizione delle competenze. A pagare maggiormente lo scotto sono i giovani, anche per via della fragilità dei sistemi formativi che pongono il nostro Paese in testa alle classifiche europee per il maggior guadagno in termini di occupazione che deriverebbe da una migliore formazione e da un più efficiente utilizzo del capitale umano. Istruzione e competenze carenti, insieme all'inefficienza dei canali di entrata nel mercato del lavoro e dei servizi di riqualificazione, dirigono verso il basso l'occupazione delle nuove generazioni. Il rapporto dedica spazio anche al lavoro autonomo che nel corso della pandemia ha perso meno risorse rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea, grazie anche alla qualità delle competenze professionali acquisite attraverso la formazione universitaria che, unite a quelle trasmesse attraverso la pratica professionale, assicurano elevati standard qualitativi. Da ultimo, un approfondimento sulle ricadute occupazionali che dovrebbero conseguire alle scelte strategiche dell’Unione Europea in materia di transizione ecologica.