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Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale

Il Patto, sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, da CGIL, CISL e UIL si colloca nel solco di un'azione di rilancio del Paese, volta a realizzare gli obiettivi cruciali della modernizzazione del "sistema Italia" e dell’incremento della coesione sociale, a partire dall'opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).  Innovazione e coesione sono infatti obiettivi centrali del programma Next Generation EU e vanno perseguiti simultaneamente: un Paese più moderno può offrire servizi migliori e maggiori opportunità di sviluppo ai propri cittadini; al contempo, un Paese più coeso assicura che ogni persona possa sentirsi parte del processo innovativo e che ciascuno possa trarre beneficio dagli sforzi comuni. Per questi motivi i rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021, salvaguarderanno l'elemento perequativo della retribuzione già previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al triennio 2016-2018. Per sostenere la contrattazione decentrata, l'Esecutivo intende individuare le misure legislative adeguate, impegnandosi ad emanare gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale sia ai fini della stipulazione del contratto collettivo nazionale quadro sui comparti e aree di contrattazione collettiva, sia in riferimento ai singoli compati e aree. Relativamente al lavoro agile, in un'ottica di superamento della gestione emergenziale, è necessario che i CCNL contengano una disciplina che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, concili le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle Pubbliche Amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita professionale e vita privata. Attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-21 si intende poi procedere alla rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze richieste dai cambiamenti organizzativi e dall'innovazione digitale e alle esigenze di valorizzazione delle capacità concretamente dimostrate. Ritenendo quindi la formazione e la riqualificazione del personale un aspetto centrale della PA, occorre definire politiche formative di ampio respiro in grado di rispondere alle mutate esigenze delle Amministrazioni pubbliche, garantendo percorsi formativi specifici a tutto il personale con particolare riferimento al miglioramento delle competenze informatiche e digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. Il Patto prevede, infine, la necessità di implementare gli istituti di welfare contrattuale, anche con riguardo al sostegno alla genitorialità con misure che integrino e implementino le prestazioni pubbliche, le forme di previdenza complementare e i sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi, estendendo anche ai comparti del pubblico impiego le agevolazioni fiscali previste per i settori privati a tali fini.

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Soggetto emanante: Presidente del Consiglio dei Ministri et al.
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Tipologia: Accordi, intese e patti
Parole chiave: pubblica amministrazione   digitalizzazione   pubblico impiego   qualifica professionale   competenze professionali   qualità del lavoro   dialogo sociale   lavoro agile  

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