"Education and Training Monitor 2022. Comparative report". Il documento mette a disposizione un'analisi europea sui sistemi di istruzione e formazione che si affianca a 27 relazioni nazionali più approfondite. Tiene traccia dei progressi verso il raggiungimento degli obiettivi a livello dell'UE concordati nell'ambito del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore. Tra le principali evidenze, continua la diminuzione della quota di coloro che abbandonano prematuramente gli studi (9,7% nel 2021), verso l'obiettivo del 9% al 2030. I giovani esclusi dai percorsi di istruzione e formazione, con al massimo un titolo di scuola secondaria di primo grado, sono 3,1 milioni, di cui solo il 42,3% è occupato. Le cause dipendono, tra l'altro, dal contesto familiare di appartenenza: i giovani i cui genitori hanno un basso livello di istruzione hanno, infatti, nove volte più probabilità di abbandonare la scuola rispetto ai giovani i cui genitori hanno un alto livello di istruzione. Quasi la metà (48,7%) di tutti gli alunni iscritti all'istruzione secondaria superiore partecipa a percorsi di istruzione e formazione professionale. Tuttavia, la pandemia da COVID-19 ha interrotto l'incremento della mobilità studentesca dell'IFP, con una ripresa solo nella seconda metà del 2021. Sempre nel corso del 2021, il 41,2% delle persone di età compresa tra 25 e 34 anni detiene una qualifica di livello terziario, in linea verso l'obiettivo UE27 del 45% nel 2030. Ciò coincide però con un divario di genere sempre più ampio, raggiungendo 11,1 punti percentuali a favore delle donne (anche la scelta degli studi mantiene un forte divario di genere e le donne rimangono sottorappresentate nelle discipline STEM). Il 10,8% degli adulti di età compresa tra 25 e 64 anni risulta poi coinvolto in percorsi di apprendimento formale o non formale, con un sostanziale recupero dalla pandemia; tuttavia, mentre l'apprendimento degli adulti aumenta tra i disoccupati, è ancora molto meno diffuso tra le persone con un livello basso di istruzione (4,3%) e persone che vivono nelle zone rurali (7,8%). Da ultimo, dal documento emerge l'importanza di non trascurare ulteriori competenze chiave, necessarie nell'attuale scenario in costante evoluzione: l'apprendimento delle lingue straniere (ormai dominio di quasi due terzi degli studenti della scuola secondaria di primo grado), assieme all'educazione civica. La relazione Paese relativa all'Italia evidenzia i costanti miglioramenti, anche se l'abbandono scolastico rimane una sfida significativa per il sistema di istruzione nazionale. L'istruzione scolastica produce poi risultati contrastanti in termini di competenze di base, con differenze significative tra Regioni e tipologie di scuole.