Ricorrendo alle informazioni contenute nell'archivio delle Comunicazioni obbligatorie, è stato possibile effettuare l'analisi della movimentazione dei contratti di lavoro in somministrazione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 30 aprile 2020. Se già nel 2019 è emersa una riduzione delle attivazioni, nell'arco temporale citato tale valore è risultato in ulteriore diminuzione, soprattutto successivamente al DPCM 9 marzo 2020, con un decremento tendenziale pari a -61,4 punti percentuali. Ciò si è tradotto, in valori assoluti, in 324 mila attivazioni rispetto alle 454 mila dello stesso periodo dell'anno precedente, a conferma che i contratti in somministrazione anticipano il comportamento delle attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze o parasubordinato nel settore privato. A livello di genere il crollo evidenziato ha interessato maggiormente le donne (che incidono per il 45% sul totale dei lavoratori somministrati), specie se nella fascia angrafica compresa tra 30 e 49 anni. Per quel che riguarda le tipologie contrattuali, il decremento delle attivazioni ha colpito soprattutto la somministrazione a tempo indeterminato che, pur rappresentando una parte marginale dell’insieme della somministrazione tout court, ha offerto una variazione negativa superiore al 40%. A livello di giornate contrattualizzate, nel periodo di osservazione ne sono state acquistate poco più di 10 milioni, contro le oltre 13 milioni dei primi quattro mesi del 2019, pari ad una flessione del 32,6%. L’andamento delle variazioni delle attivazioni, pur interessando l’intero territorio nazionale, ha manifestato una contrazione iniziale soprattutto nel Mezzogiorno, quindi nelle Regioni del Centro e delle Isole, quindi nel Nord Italia. A livello settoriale la contrazione più significativa ha riguardato le missioni lavorative afferenti le attività commerciali ed il settore alberghiero e della ristorazione, che interessava più del 28% delle attivazioni nel 2019.