Dopo la riduzione delle attivazioni rilevata già nelle prime settimane del 2020 e ulteriormente aggravata a seguito dell’entrata in vigore delle prime misure di contenimento a causa degli effetti della pandemia da COVID-19, i contratti in somministrazione continuano a fare registrare un nuovo decremento. Il numero dei rapporti attivati tra il 4 e il 31 maggio 2020 prosegue nel trend in diminuzione, portando così il valore assoluto delle attivazioni cumulate nel periodo gennaio-maggio 2020 a poco più di 389 mila, con una flessione tendenziale pari a -32,7%. La caduta dei contratti nei primi cinque mesi dell’anno colpisce maggiormente le donne, con una variazione negativa pari a -51,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A diminuire, nei cinque mesi considerati, in particolare sono le attivazioni che interessano donne con cittadinanza italiana, a fronte comunque di una maggiore tenuta delle attivazioni che hanno interessato individui stranieri e in particolare, lavoratori stranieri di nazionalità extra Unione Europea. Il decremento delle attivazioni colpisce in termini percentuali soprattutto i contratti in somministrazione a tempo indeterminato che, pur rappresentando una parte marginale dell’insieme dei rapporti in somministrazione, presentano una variazione negativa del 40,2%. A livello territoriale, la contrazione delle attivazioni risulta più accentuata nel Mezzogiorno e nelle Isole, rispetto al resto del Paese. Dal punto di vista, infine, delle figure professionali maggiormente interessate dalla contrazione delle attivazioni, quella più significativa riguarda le missioni lavorative afferenti alle attività commerciali, nonché al settore alberghiero e alla ristorazione che, al 31 maggio 2020, interessano il 24,4% delle attivazioni.