"Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening". Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 226 del 21 settembre 2021, il DL in trattazione è composto da 11 articoli e detta disposizioni per la graduale ripresa in presenza dell'attività lavorativa attraverso il possesso del "Green Pass". Per quanto concerne la Pubblica amministrazione (art. 1), fino al 31 dicembre 2021 (termine di cessazione dello stato di emergenza), a tutto il personale è fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, tale certificazione, previa definizione delle modalità operative ed organizzative da parte dei datori di lavoro. Chiunque ne sia privo è considerato assente ingiustificato, senza corresponsione della retribuzione fino alla presentazione della certificazione stessa. Anche nel settore privato (art. 3) vige lo stesso obbligo fino al 31 dicembre 2021, con i datori di lavoro che definiscono le modalità operative entro il 15 ottobre 2021. Analogamente alla P.A., i lavoratori, anche sulla base di contratti esterni, privi del Green Pass sono considerati assenti ingiustificati fino alla produzione del documento e quindi non retribuiti. L'art. 4 detta disposizioni in materia di somministrazione dei test antigenici rapidi, prevedendo tariffe calmierate da parte delle relative strutture. La durata della certificazione verde è estesa a 12 mesi dalla data di completamento della seconda vaccinazione (art. 5). Entro il 30 settembre 2021, il Comitato tecnico scientifico, tenuto conto dell'andamento dell'epidemia e della campagna vaccinale, esprime parere sulle misure di distanziamento, capienza e protezione nei luoghi dove si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative (art. 8).